Numerosi scienziati hanno dimostrato come le sapienti miscele di zuccheri, grassi e sale studiate dalle industrie alimentari creino dipendenza verso determinate tipologie di cibi (fast food, prodotti confezionati, prodotti precotti).

Ma quello che forse è un po’ sottovalutato è il contenitore, l’involucro nel quale i cibi vengono proposti. Spesso si tratta di plastica o cartone plastificato. Ma sarà innocuo?

Da un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Health Perspectives è emerso un dato preoccupante: nelle urine delle persone abituate a mangiare spesso nei fast food o cibi da asporto (pizza, hamburger…) sono presenti fino al 40% in più di residui di ftalati, sostanze chimiche che comunemente vengono utilizzate per rendere la plastica più morbida e modellabile.

Gli ftalati trovano impiego anche nella formulazione dei pesticidi, degli smalti e delle vernici.

Come si può intuire, questi composti chimici sono nell’occhio del ciclone e lo sono da ben 13 anni, da quando, cioè, alcuni studi hanno dimostrato la loro azione femminilizzante nei neonati maschi. Nel tempo altri studi ancora hanno dimostrato, sui roditori, anche legami con difetti alla nascita, problemi comportamentali nell’infanzia e alcune malattie croniche come asma e tumori.

Se vogliamo dunque prestare attenzione alla nostra salute e al nostro stile di vita, teniamo in considerazione anche questi aspetti molto importanti.

Una delle regole base della corretta alimentazione suggerisce di stare molto attenti alla qualità del cibo che si consuma: deve essere poco industrializzato, poco processato, deve contenere pochi ingredienti ed essere il più naturale possibile.